Crescere insieme ai propri figli
tra fermezza e tenerezza: accompagnare la crescita senza perdere sé stessi (né i figli)
Essere genitori oggi significa muoversi in un labirinto di consigli, teorie e metodi educativi: “non urlare mai”, “metti più regole”, “sii il coach di tuo figlio”, “non essere troppo morbido”.
Ogni giorno ci viene detto come dovremmo essere, ma raramente qualcuno ci aiuta davvero a capire chi vogliamo essere come genitori.
Nel lavoro con i genitori, il mio obiettivo non è fornire un nuovo “metodo” da seguire, ma aiutarvi a trovare una direzione vostra, che tenga insieme due bisogni fondamentali: quello del bambino di sentirsi amato e quello del genitore di sentirsi autorevole, stabile, presente.
È un equilibrio sottile — potremmo chiamarlo amore rigoroso o ferma gentilezza — dove la regola non è in opposizione alla tenerezza, ma ne diventa il contenitore.
Nel supporto alla genitorialità lavoro spesso con genitori che si sentono confusi, in colpa, o semplicemente stanchi.
Succede, ad esempio, quando non si sa più se dire “no” o lasciar correre, quando si ha la sensazione di dover essere sempre perfetti o quando i figli sembrano non ascoltare più.
In questi momenti, lo spazio di confronto con un professionista può aiutare a riconnettersi al proprio ruolo, a chiarire le intenzioni educative e a ritrovare quella calma interiore che rende possibile accompagnare i figli con presenza e coerenza.
Il percorso non è mai uguale per tutti: ogni famiglia, ogni storia, ogni bambino ha i propri bisogni.
Lavoreremo insieme per comprendere meglio le dinamiche relazionali, gli schemi che si ripetono, e per costruire strumenti concreti di gestione dei momenti difficili — senza ricette, ma con una bussola chiara.
In fondo, essere genitori non significa applicare un modello, ma imparare a crescere insieme: imparare a dire “sì” quando serve, “no” quando è necessario, e ad ascoltare con quella fermezza gentile che fa sentire i figli amati e al sicuro.
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Cosa faccio
(oltre il supporto alla genitorialità)
Un'esplorazione del proprio mondo interno per ben collegarlo al mondo esterno.
O "vista dall'alto", il luogo elettivo per riflettere su cosa, come, ma soprattutto sul perché del proprio agito professionale.
Un investimento fondamentale per la crescita personale e professionale, per adattarsi ai cambiamenti e raggiungere i propri obiettivi.






